lunedì 24 settembre 2012

Ciao Luna!

Ciao Luna!
Ieri sera ci hai lasciati e la tua mancanza già pesa tanto!
Eppure eri la gatta meno invadente in casa, preferivi stare molto tempo in giardino, a contemplare le mille cose - il muoversi delle foglie, il ronzare di un insetto, il volo degli uccelli - che attraevano la tua attenzione.
In questa torrida estate appena finita, facevi le tue apparizioni in casa solo per mangiare o bere, poi ritornavi a sonnecchiare negli angolini più freschi. Eri la gatta educata: non bussavi per entrare, miagolavi un po' e poi aspettavi, paziente, che qualcuno si accorgesse di te e ti lasciasse entrare; quindi entravi con un gentile miagolio, che sembrava un saluto.
Nelle tue ultime ore di vita, invece, il tuo miagolio era straziante, chiedevi un aiuto che non sono riuscita a darti, perché troppo tardi ho capito quanto stavi male!
Eri la gatta delle coccole: la tua gioia più grande era ricevere una carezza! Le chiedevi le carezze, le pretendevi e dimostravi, facendo fusa sonore, tutta la tua gioia. Insaziabile! Dovevo mandarti via il più delle volte, perché la tua voglia di carezze era infinita!
Eri anche la gatta delle baruffe e delle liti furiose. Non hai mai gradito che Maia, arrivata dopo di te e da te accettata a fatica e divenuta tua amica, avesse avuto i cuccioli. Da quando sono nati, la tua amicizia con Maia è finita e i cuccioli non li hai mai accolti. Non ho mai capito perché, ma dopo circa quattro anni ancora li rifiutavi. E loro invece, maschi giovani e litigiosi, non facevano altro che infastidirti; Dolce in particolare, non perdeva occasione per graffiarti e farti dispetti.
Ma negli ultimi giorni il loro atteggiamento era cambiato: non litigavano più, sembrava avessero rispetto di te e della tua sofferenza, avevano capito più di me quanto stavi male. Ti guardavano, a rispettosa distanza, con un'espressione seria; Maia esprimeva stupore e angoscia allo stesso tempo, a volte si avvicinava, ti annusava e andava via.
Non so se erano in grado di capire che ci stavi lasciando, non so se hanno capito la tua morte.
Ciao Luna!
Oggi, ogni volta che guardavo in giardino, il mio sguardo correva a cercarti, come d'abitudine, come sempre, e dolorosamente dovevo sforzarmi a pensare che non c'eri e non ci sarai più.
Ciao Luna!
Vorrei immaginarti in un paradiso di gatti, dove hai tutto per te un giardino fresco e soleggiato, con farfalle e uccellini che svolazzano, dove non ci sono le foglie agitate dal vento che ti mettevano paura, dove puoi sonnecchiare felice. Vorrei. Ma l'immagine del tuo corpo inerte annulla ogni altra visione.
Ciao Luna!

 

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