mercoledì 26 settembre 2012

Una favola per Robertino

ROBI-No E ROBI-Sì


"Roby, svegliati! E' ora di andare a scuola!" Urla la mamma.
"No!" Risponde deciso Robertino, sprofondato nel suo comodo letto, tra il poster del Milan e quello di Ben 10, riprendendo a dormire tranquillamente.

Robi-no è un bambino come tanti del suo paese. Anche lui, appena nato, disse subito "no!", come i suoi compaesani. La sua mamma è una donna alta e magra, ha un lunghissimo collo  - come tutti gli altri, del resto - che le permette di tenere la testa tra le nuvole. Tutti gli abitanti del paese di Robi-no hanno la testa tra le nuvole, sono molto magri e molto alti, non hanno una casa, dormono accucciandosi per terra,  non hanno nulla da cucinare, mangiano ciò che trovano sugli alberi o le bacche dei cespugli, non lavorano, non fanno nulla, insomma, stanno solo con la testa tra le nuvole. Robi-no è ancora piccolo, ma il suo collo si allunga velocemente e presto anche lui potrà stare come gli altri con la testa nella nebbia.
Un giorno la sua mamma sentì, portato dal vento, il suono di una campanella; chiese ai suoi vicini che cosa fosse quel suono così allegro e le spiegarono che era la campanella della scuola di un paese vicino. "La scuola? Che cos'è?" chiese la mamma. "E' un posto dove vanno i bambini - le risposero - e sembra pure che si divertano!"
"Sai, Robi-no, mi piacerebbe che tu andassi a scuola!" disse subito al suo bambino.
"No!" rispose Robi-no e non se ne fece nulla.
Perchè lui avrebbe dovuto andare in questo posto chiamato scuola, che non sapeva nessuno che cosa fosse, quando tutti gli altri bambini del suo paese non ci andavano?
Non gli venne però la curiosità di sapere che cosa fosse una scuola, no, lui non era affatto curioso. Era grintoso e deciso, invece, parlava solo con chi gli piaceva e tutti gli altri li cancellava dalla sua vista, metteva loro intorno una nuvoletta e non li vedeva più: chi era brutto, chi era piccolo e basso, le ragazzine stupide e smorfiose (tutte, praticamente!), i ragazzi disabili. Per lui non dovevano esistere e, dato che non aveva armi per ucciderli (perchè nel suo paese non c'erano neanche quelle), li cancellava.

Non molto lontano dal paese di Robi-no c'è un altro piccolo paese, dove vive Robi-sì. Anche lui è un bambino come tanti del suo paese e anche lui, appena nato, disse subito "sì!", come i suoi compaesani.

Un pomeriggio Robi-sì è sprofondato in poltrona, in attesa che inizi in TV il nuovo episodio delle storie di Ben 10 e sul suo iPad sta digitando su Google Map la parola "Torino", perché vuole vedere dove si trova questa città, ma la sigla di Ben 10 lo distrae e scrive "Robino". Guarda distrattamente ciò che ha scritto e scopre, con meraviglia, che, poco distante dal suo paese, c'è il paese di Robi-no. La sua attenzione è calamitata dalla scoperta - Ben 10 può attendere! - di un paese di cui nessuno conosceva l'esistenza (ma a Google Map non si sfugge!); guarda meglio: sono solo 10 Km di distanza! Perché non andare a vedere?
Prende la sua automobilina elettrica, collega al cruscotto l'iPad che gli fa anche da navigatore e parte.
Arriva in un posto strano, con il cielo coperto da fitte nuvole. Vede strani individui, che sembrano giraffe, perché hanno il collo lunghissimo, ma non si riesce a vedere il loro viso, nascosto tra le nuvole. Si ferma per chiedere indicazioni e in quel momento vede scendere verso di lui, con un movimento roteante del collo, come fanno le giraffe, un viso di bambino.
"Scusa, - dice allora Robi-sì - è questo il paese di Robi-no?"
"No", risponde Robi-no.
"E sai dove si trova?"
"No", risponde ancora Robi-no.
"Ma - riflette ad alta voce Robi-sì - il mio navigatore dice che sono arrivato!" E, parlando indica l'iPad in macchina. Robi-no sta guardando rapito ed estasiato quelle meraviglie; Robi-sì si accorge del suo sguardo e del modo come fissa l'iPad e gli dice:
"Ti piace?"
"No", risponde Robi-no, che vorrebbe dire "sì", ma non sa pronunciare questa parolina.
Robi-sì capisce al volo e lo invita:
"Vuoi venire a fare un giro con me?"
"No", risponde Robi-no, ma aggiunge: "Aspetta che lo dico a mia madre!"
"Mamma - dice con calma - vado con un nuovo amico!" Poi, rivolgendosi a Robi-sì: "Posso portare un mio amico?"
"Sì", risponde Robi-sì e quando vede che l'amico è un bel gatto bianco e nero, aggiunge: "Sììì! Sììì!"
Poi tira fuori dalla tasca il suo nuovo iPhone 5 e chiama la madre: "Mamma, posso portare un amico a pranzo?" "Certo!" è la risposta; intanto Robi-no lo fissa sempre più meravigliato.

Salgono tutti sull'automobilina elettrica di Robi-sì e partono per il suo paese. Robi-no vede il nastro d'asfalto che la macchinina percorre con facilità e chiede: "Che cos'è questo?"
"Una strada", risponde Robi-sì.
Quando arrivano al paese, Robi-no guarda con stupore le case, le insegne dei negozi, le strade, i semafori, le luci e di ogni cosa vuol sapere il nome. Altrettanto fa quando arrivano a casa di Robi-sì.
Una volta in salotto, Robi-sì accende il televisore, per far vedere al suo amico qualche nuovo cartone e gli dice:
"Io ho sete: beviamo un bicchiere di Coca Cola?", versa la bibita in due bicchieri e ne porge uno a Robi-no. Robi-no lo guarda, prende il bicchiere, ma non sa cosa fare, poi vede che Robi-sì lo porta alla bocca e lo fa anche lui. Che pizzicore quelle bollicine, ma che buono quel liquido!
Intanto sono rincasati i genitori di Robi-sì: la madre, una donna bassa, piccolina e rotondetta, non piace a Robi-no, ma ha un sorriso così bello e accattivante quando gli dice "Ciao!" e poi gli chiede: "E' tuo questo bellissimo gatto?"che Robi-no dimentica che a lui le persone basse non piacciono!
Anche il padre di Robi-sì è una delle persone che Robi-no ama cancellare: è seduto su una sedia a rotelle, perché un incidente d'auto gli ha tolto l'uso delle gambe, però è un ingegnere informatico e lavora alla Apple, proprio alla produzione dell'iPhone: no, non si può cancellare!
Mentre chiacchierano a tavola, la madre di Robi-sì, che è una pediatra, si accorge che Robi-no, quando si avvicina al suo gatto, starnutisce, ha gli occhi che lacrimano e incomincia a grattarsi; capisce che si tratta di un'allergia e lo dice a Robi-no, che, ovviamente, non capisce nulla di tutto quel discorso. Poi gli dice: "Se verrai un'altra volta, ti darò un vaccino, così potrai giocare tranquillamente con il tuo gatto senza star male." Queste parole Robi-no le capisce ed è felice: finalmente non dovrà più star male e potrà accarezzare il suo Dolce quando vorrà!

Al suo ritorno a casa, Robi-no è confuso. Incomincia a chiedersi perché nel suo paese si vive in un modo così strano. La madre si accorge della sua confusione e nota, preoccupata, che il suo collo si va accorciando.
"Che cosa ti è successo, Robi-no? Dove sei stato?" Quindi gli porge qualche bacca per la cena.
"No - dice Robi-no - non ho fame. Ho mangiato pane e Nutella, ho bevuto la Coca e ho guardato la TV!"
La madre è sempre più preoccupata: che cosa mai sarà successo al suo figliolo, che usa parole strane che lei non conosce? Avrà messo la testa in una nube ubriaca? Troppe domande, però! Meglio tornare tra le nuvole e non pensare.

Gli incontri tra Robi-no e Robi-sì continuano e Robi-no diventa man mano più curioso, così più la sua curiosità aumenta, più il suo collo si accorcia.

Un giorno si fa coraggio e chiede al papà di Robi-sì:
"Perché noi non siamo come voi? Perché voi avete tanto e noi non abbiamo nulla?" Il papà di Robi-sì lo guarda sorridendo e risponde:
"Vorresti essere come noi?"
"Ssssì" risponde Robi-no e si meraviglia con se stesso per essere riuscito a pronunciare quella parolina, mentre si accorge che il suo collo è diventato come quello di Robi-sì.
"Allora ti daremo la nostra magia!" - dice il papà di Robi-sì - "Seguimi e ti svelerò il nostro segreto!" e porta Robi-no nel suo studio, dove ci sono tanti libri.
"Vedi, questi sono libri - dice - e qui c'è tutto il nostro sapere. Nei libri noi troviamo ciò che sapevano gli uomini che sono vissuti prima di noi e ciò che sanno quelli che vivono lontano da noi, conosciamo sempre più cose e utilizziamo queste conoscenze per vivere meglio".
Robi-no si avvicina ai grandi scaffali con i libri, ne prende uno e incomincia ad accarezzarlo, pensando di riuscire così ad averne la magia.
"Aprilo, leggilo e studialo attentamente, se vuoi impadronirti della magia!"
"Leggere, che cos'è leggere? E studiare?", chiede stupito Robi-no.
"Se andrai a scuola - risponde il papà di Robi-sì - saprai leggere e imparerai a studiare".
"Anche Robi-sì va a scuola?" chiede Robi-no.
"Certo!" risponde Robi-sì, entrando in quel momento nello studio. "Vado a scuola, perché voglio diventare veterinario, così potrò curare e far vivere a lungo i gatti di mia zia Clara, che a me piacciono tanto!"
Robi-no guarda Dolce, che intanto si sta strusciando a lui, e dice, con uno sguardo sognante: "Anch'io!" Poi chiede: "Ma la scuola è divertente?"
"Non sempre", risponde Robi-sì, "spesso è faticosa e noiosa, ma ne val la pena, se vuoi fare dopo quello che più ti piace".

Dopo qualche mese, nel paese di Robi-no aprirono la scuola che gli abitanti del paese di Robi-sì avevano costruito per loro.
Quando la prima campanella suonò, nel paese avvenne una straordinaria magia: le nuvole sparirono e gli abitanti finalmente potevano guardarsi in faccia gli uni con gli altri e cominciare a vivere una nuova vita.

"Roberto, svegliati, o farai tardi a scuola!"
Urla la mamma, spazientita.
"Sììì!" risponde Roby e si alza velocemente. Mentre si stiracchia e scappa a lavarsi, pensa: "Che strano sogno ho fatto!"
"Mamma su, facciamo presto, oggi ho voglia d'imparare tante cose!" Poi aggiunge "Posso andare da zia Clara oggi? Vorrei vedere come stanno i suoi gatti e dir loro di aspettarmi, perché presto sarò il loro veterinario!"




1 commento: