venerdì 28 marzo 2014

Triste ...

La tristezza non vuole lasciarmi.
È attaccata a me come un vestito troppo stretto.
A volte mi sembra di trovare uno spiraglio per farla uscire via, ma è sempre qualcosa di troppo breve, troppo blando, per riuscire a lasciarla andare!
Sento che me la porterò con me per tutti i pochi giorni che mi restano, non riusciró a liberarmene prima di finire la mia vita!

La sensazione di separarmi da mio figlio è troppo forte, mi annienta!
È come quando lo metti al mondo, un figlio: era dentro di te, con te per tutto quel tempo, eri tu ed eri lui, ora sei tu, sola, lui è altro da te!
Deve essere così!
Ora di nuovo sai che tu sei sola, che lui è altro da te, che non sarà più con te, che la tua vista, la tua presenza, pur se amate e gradite, diventano gravose. Sei lenta, sei tarda, sei petulante, sì ti voglio bene, però ho bisogno dei miei spazi, di vivere la mia vita!
Deve essere così!
Ma vorresti che così non fosse!

2 commenti:

  1. Che succede Clara? Mi dispiace leggere che sei così giù. Quella sensazione, che spesso si prova quando nascono i figli, la conosco benissimo. L'ho provata anch'io. E adesso? Come mai di nuovo questo senso di angoscia?
    I tuoi gatti sono bellissimi! Li amo tanto anch'io e ne ho tanti. Abitando in campagna, alcuni sono stanziali, altri un po' girovaghi Ma a me piacciono perché sono così: liberi. So che è difficile, ma anche con i figli dovremmo imparare ad accettare che sono "persone altre" rispetto a noi e perciò, diventati grandi, dovremmo mollare le redini che finchè erano piccoli ci sono servite per guidarli nel difficile cammino della vita Te lo dice una che, nel farlo, fa una fatica mostruosa. Ecco perché il tuo post mi ha colpita.
    Se hai bisogno di qualcuno con cui sfogarti....io ci sono.
    Un abbraccio,
    Rosa

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    1. Ciao Rosa,
      ho visto solo ora il tuo commento: scusa!
      Purtroppo non curo più con attenzione i miei blog: mi lascio avviluppare dall'inutilità del quotidiano! Lavoro a maglia - il mio unico interesse ormai - in maniera compulsiva: creo modelli, mi cimento in cose per me difficili per tenere la mente occupata, perché sento che non riesco più ad essere quello che ero e quello che vorrei.
      Troppe cose mi stanno angustiando, tanto da togliermi la voglia di vivere. Sono il risultato di scelte sbagliate da parte mia, che hanno reso inutile, anzi dannosa, la mia esistenza e la cosa migliore sarebbe dire basta, ma non lo farò, perché danneggerei ancor di più chi mi sta vicino ( o forse ho paura di farlo!)
      Sento il peso dei miei anni, sento che il mio tempo sta per finire e vorrei avere un po' di serenità e non tanta angoscia e tanta rabbia dentro!

      Sì, sono d'accordo con te che i figli sono "persone altre": lo condivido a pieno questo modo di pensare e ho sempre cercato di metterlo in pratica con mio figlio.
      Oggi, con tanti sacrifici, in tutti i sensi, sono io a dirgli di stare lontano da casa, di rimanere a mille chilometri da me, per cercare lavoro, per realizzarsi. Ma quanta fatica mi costa! Quando lavoravo avevo poco tempo per stare con lui e lo rubavo alle altre cose per vivere tutti i momenti della sua crescita. Adesso che il mio tempo è tanto, non posso godere della sua vicinanza!

      Scusa il mio sfogo confuso! Mi hai offerto la tua spalla e ne ho approfittato!
      Grazie per la tua attenzione!
      Clara

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